La ricostruzione del calendario di Coligny

La ricostruzione 

del calendario di Coligny

 

Un progetto d'archeologia sperimentale

a cura del G.A.S.A.C.

 

Questa appendice descrive per sommi capi la procedura seguita dall'ar­cheologo sperimentale Giuseppe Stucchi per realizzare, in scala 1:1, una copia conforme della lastra di bronzo rivenuta nel 1897 a Coligny. Ciascuno dei 153 frammenti che compongono il reperto è stato accuratamente riprodotto e gran­dissima cura è stata dedicata alla riproduzione delle iscrizioni presenti su cia­scun frammento. Successivamente è stato eseguito il montaggio dei vari fram­menti in modo da ottenere il corretto posizionamento reciproco nel modo in cui essi erano presenti sulla lastra del calendario originale.

La forza, il fuoco, e l'estro sono i tre elementi che racchiudono da sempre l'arte della lavorazione del metallo e che danno il senso tecnologico e tempo­rale dell'attività umana.

Realizzare oggetti con un significativo senso artistico per l'uomo è stato sempre un'ambizione da trasmettere e lasciare un segno tangibile nella storia dei popoli. Le produzioni artistiche nel tempo, non hanno registrato cambia­menti significativi dal punto di vista della tecnica produttiva, specialmente nell'arte della lavorazione dei metalli. Tuttora un buon manufatto con caratte­ristiche d'originalità non può prescindere dall'intervento prettamente manuale dell'artigiano. Forza di braccia, capacità tecnica e sensibilità artistica conti­nuano ad essere ancora oggi i fattori fondamentali su cui si basa l'esecuzione di un buon risultato.

In gallico le due parole più importanti per un fabbro sono Aidu e Isarnon: il fuoco e il ferro. Aidu è il fuoco, il calore, probabilmente da questo vocabolo derivò il nome del grande popolo degli Aedui, imparentato con altre rare paro­le delle lingue indoeuropee come il latino aedes "focolare, tempio" e il greco aithos che significa "fiamma". Isarnon è invece il ferro ed è ancora oggi pa­rola presente anche nell'antico irlandese iarnn, nel bretone houarn, nel gallese haern.

Ed è significativo che il termine latino sidus sia lo stesso che in quella lingua indica le stelle del firmamento. Tuttavia, delle lingue celtiche non cono­sciamo molte parole, molte di queste sono comprese nel vocabolario del me­tallurgo, ed indicano le tecniche per realizzare le incisioni nei manufatti in bronzo e per le armi in ferro.

L'esistenza di un reperto oggettivo quale il Calendario di Coligny che con­tiene 5000 termini in lingua gallica e caratteri latini evidenzia che non è del tutto vero che i Celti non utilizzassero la scrittura.

Cesare, nei suoi Commentarii De Bello Gallico è molto chiaro in proposi­to: i druidi non mettevano per iscritto le loro dottrine, per il resto la scrittura era usata anche se non in  maniera sistematica, tant'è vero che esistevano i dati del censimento degli Elvezi.

Le iscrizioni più antiche vengono dalla Gallia Cisalpina nel territorio in cui fiorì la Cultura di Golasecca, posto tra le attuali regioni del Piemonte e della Lombardia, a partire dal VII sec. a.C., redatte in Leponzio: un alfabeto derivato da quello etrusco.

 

 

La Cesellatura

  

La cesellatura è una fase di lavorazione della lamiera metallica, che rende pregio e valore al pezzo lavorato.

L'artista cesellatore procede nel seguente modo: prepara un disegno del­l'immagine da riprodurre e successivamente lo appoggia su un segmento di la­miera, quindi con un punzone, piatto o semitondo a seconda delle esigenze, traccia un'incisione, utilizzando un sottofondo di ferro come supporto. I siste­mi di cesellatura sono tre: a incisione, a semisbalzo e a sbalzo.

La differenza tra i tre sistemi consiste essenzialmente nella diversa profondità della cesellatura. Nel caso dell'incisione il cesello incide in modo leggero il tracciato, mentre negli altri due casi, semisbalzo e a sbalzo ne marca i punti più importanti per poi procedere raggiungendo anche profondità rilevanti.

 

 

 Nascita di un progetto

 

Nel 2007 durante una mostra tenutasi presso il Castello Sforzesco di Milano, i membri del G.A.S.A.C. (Gruppo Archeologico Sperimentale Arte Celtica), esponendo una collezione di reperti risalenti alla cultura Celtica, eb­bero modo di relazionarsi con diverse personalità nel campo dello studio dell’archeologia celtica, in tutti i suoi aspetti.

In tale occasione il prof. Adriano Gaspani dell'I.N.A.F. (Istituto Nazionale di Astrofisica), durante la sua relazione dedicata all'analisi del Calendario di Coligny dal punto di vista astronomico e matematico, mise in evidenza la grande utilità di poter realizzare una copia conforme della tavola di bronzo, completa della sua peculiare epigrafia, sia dal punto di vista dello studio archeoastronomico di tale importantissimo reperto sia ai fini di una maggior comprensione della procedura pratica con cui il esso fu realizzato durante la fase finale del I millennio a.C. nella Gallia meridionale, in relazione anche alla tecnologia della lavorazione dei metalli diffusa, a quell'epoca, tra le popola­zioni celtiche transalpine.

Il G.A.S.A.C. nella persona del sig. Giuseppe Stucchi raccolse l'invito (forse sarebbe più corretto dire "la sfida" considerata la rilevante complessità del lavoro e la altrettanto rilevante difficoltà di realizzazione del manufatto) attivando le risorse dei collaboratori e sotto la supervisione del prof. Adriano Gaspani, il quale ha studiato ed analizzato il reperto archeologico per circa un decennio, l'impresa ha avuto inizio tanto che in circa un anno e mezzo essa è giunta felicemente alla sua conclusione.

Il percorso seguito nella realizzazione della copia del Calendario di Coligny è stato particolarmente arduo soprattutto in considerazione delle caratteristiche del materiale da incidere e l'incompletezza del Calendario originale di cui sono globalmente noti solo i 153 frammenti rinvenuti dallo scavo di fine '800, corrispondenti solamente al 45% dell'informazione to­tale, e la fase di ricollocazione ha reso ancor più complessa e problematica la sua ricostruzione.

 

 

La copia conforme del calendario

 

Nel Calendario di Coligny originale sono contenute oltre 5000 parole in lingua gallica e caratteri latini, è stato quindi necessario rilevare ed esaminare accuratamente tutte le scritte e i dettagli che lo compongono.

 

Durante la fase precedente la realizzazione della copia del manufatto quindi tutta l'epigrafia è stata trasposta su un supporto cartaceo in modo da rendere operativo lo schema prima del lavoro di incisione della tavola di bronzo, in quanto anche un singolo errore di trascrizione avrebbe completamente compro­messo la realizzazione sperimentale del manufatto, obbligando a fondere nuova­mente la lastra di bronzo e a ripetere completamente tutta la lavorazione.

 

Per la ricostruzione della copia conforme del Calendario di Coligny è stata utilizzata una lastra di bronzo con le dimensioni lineari e lo spessore identico a quelle dell'originale e questa è stata ripetutamente cotta per permettere la sua lavorazione, allo stesso modo in cui, secondo gli studiosi, fu trattata la tavola di bronzo originale circa due millenni fa, prima della sua incisione a mano.

 

L'incisione corretta del bronzo è avvenuta cercando di raggiungere la mas­sima aderenza alle tecniche relative alla lavorazione dei metalli note in ambito celtico all'epoca e nei luoghi in cui il manufatto originale fu prodotto.

 

Dal punto di vista pratico quindi l'incisione di ogni singolo carattere è stata ottenuta mediante un pesante martello ed una serie appropriata di punzoni preven­tivamente realizzati in modo da ottenere una profondità delle scritte uguale a quel­la propria del manufatto originale. Successivamente la tavola di bronzo incisa è stata sottoposta ad un processo di invecchiamento naturale durato alcuni mesi.

 

La realizzazione dei manufatti tipici dell'arte celtica operata dal G.A.S.A.C., e quindi anche del Calendario di Coligny in grandezza originale è stata doverosamente eseguita rispettando scrupolosamente le tecniche e meto­dologie in uso al tempo dell'originale, pertanto si vuole ricordare che i punzo­ni e punteruoli sono stati realizzati artigianalmente e non sono stati usati attrezzi convenzionali moderni, inoltre il processo d'invecchiamento dei manufatti ri­spetta la fase naturalistica.

 

 

 Esposizione del calendario

 

La copia conforme del Calendario di Coligny ottenuta dal sig. Giuseppe Stucchi con la consulenza e sotto la supervisione del prof. Adriano Gaspani è stata ufficialmente presentata per la prima volta nel Novembre del 2009 ad Aosta durante una mostra dedicata all'Astronomia dei Celti, in occasione "l'Anno Internazionale dell'Astronomia" presso la Torre dei Signori nella Porta Pretoria, con l'organizzazione della Presidenza del Consiglio Regionale della Valle d'Aosta.

 

L'Associazione G.A.S.A.C. esprime i suoi ringraziamenti al prof. Adriano Gaspani dell'Istituito Nazionale di Astrofisica - Osservatorio Astronomico di Brera, Milano, per la collaborazione prestata alla stesura del piano di lavoro e per la supervisione durante la realizzazione della copia conforme del Calendario di Coligny permettendo così a incrementare la collezione del fac-simile dei re­perti archeologici di origine celtica realizzati in lungo svariati anni di lavoro dal G.A.S.A.C. e la cultura con un calendario celtico dell'Europa antica.

 

 

 

Testo tratto dal libro:

 

Testo tratto dal libro:

IL CALENDARIO DI COLIGNY

misura del tempo presso i celti

di Adriano Gaspani

Edizioni Keltia        2012

 

 

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