Tecniche costruttive

COME VENIVANO COSTRUITE LE STATUE-STELE:

materiali,tecniche e fasi di lavorazione[1]

 

Le statue-stele erano realizzate in varie fasi: la scelta della materia prima, il suo isolamento, il trasporto al luogo di lavorazione, il modellamento della pietra, la lavorazione della superficie, l’incisione del disegno mediante una punta di pietra, il rilievo dell’immagine tramite scalpellinatura con una punta di pietra e l’aggiunta dei particolari, come le dita, i monili, ecc... Nelle statue-stele più tarde c’è anche una fase di levigatura delle zone martellinate. L’operazione di lavorazione di una statua-stele non poteva essere realizzata da un solo artigiano, ma almeno alcune fasi erano opera di un intero gruppo di uomini, cioè l’isolamento del masso, il suo trasporto e, infine,  l’erezione della statua-stele. Quasi tutte le statue-stele furono eseguite preparando accuratamente il masso, dandogli la forma voluta e levigandolo finemente prima di incidervi i tratti della figura.

       Il materiale utilizzato per le statue-stele è un’arenaria compatta. E’ roccia sedimentaria dell’Oligocene superiore ed è chiamata arenaria macigno. I maggiori affioramenti di arenaria macigno si trovano in un’area compresa tra l’alta Val di Magra e il basso corso dell’Aulella. La maggior parte delle statue-stele si trova proprio in questa zona, ma ce ne sono molte anche lontano dagli affioramenti. Ci si chiede se, per caso, ci fossero in antico degli affioramenti sparsi di arenaria macigno all’interno della regione e, in caso contrario, quale fosse la trasportabilità dell’arenaria per fabbricare statue-stele. Nel 70% dei casi i blocchi di arenaria erano trasportabili da due o da quattro persone, mentre, per il resto, era necessaria una lizzatura su rulli di legno. Le statue-stele più piccole venivano realizzate utilizzando i banchi lastroidi. Questi certamente non avevano subito trasporti naturali. Infatti i pochi reperti si trovano quasi tutti presso gli affioramenti del macigno. Si può dire la stessa cosa per i banchi a sezione rettangolare usati per le statue-stele di grandi dimensioni. Per le statue-stele di medie dimensioni si è spesso notata la presenza di spigoli smussati fino quasi ad una sezione ellittica.

Questa forma presenta quasi sempre una superficie perfettamente rifinita. Questa sagoma potrebbe essere spiegata se si suppone che il masso sia stato trasportato dalle piene dei corsi d’acqua.

       La statua-stele veniva tagliata dal blocco di arenaria con la faccia anteriore e con quella posteriore parallele al piano di sedimentazione. Questo rendeva la statua-stele resistente alle rotture naturali. Forse il blocco da utilizzarsi per una statua-stele era distaccato mediante il sistema di cunei inseriti in crepe naturali oppure procurate volontariamente per percussione. Una volta staccato, il blocco di arenaria veniva portato ad una forma geometrica molto regolare, mediante una lavorazione estesa a tutte le superfici. Sembra che, anche se il masso avesse avuto già una forma molto vicina a quella desiderata, l’operazione iniziale fosse comunque ritenuta indispensabile. Le superfici non preparate sono molto rare e sono comunque circoscritte nella parte bassa, sotto la figura scolpita. La lavorazione iniziale era sempre eseguita per percussione con un ciotolo di pietra dura e compatta del peso variabile da 1 a3 kg. Questi percussori agiscono perpendicolarmente alla superficie. La cosa più difficile di tutta la preparazione iniziale era la separazione della testa dal corpo, presente nel tipo B. Bisognava usare percussori molto piccoli per entrare meglio nel solco. I particolari a rilievo erano ottenuti in due tempi distinti. Dapprima si eseguiva il disegno preparatorio mediante un’incisione; in un secondo momento, seguendo l’incisione, si realizzava il bassorilievo vero e proprio. Questo era eseguito abbassando il fondo della superficie frontale mediante percussione di strati successivi, risparmiando le zone che dovevano rappresentare le braccia con le mani, le clavicole, il seno e le armi. L’inconveniente dei cunei è che non era possibile ottenere angoli netti tra i rilievi ed il fondo. Probabilmente i fianchi dei rilievi erano rifiniti con lame di selce a filo seghettato. Su alcune statue-stele si notano variazioni nelle tecniche di esecuzione: semplici incisioni lineari, vero e proprio altorilievo, tecnica della martellina, incisione a bulino, strofinatura oppure levigatura. E’ ipotizzabile che su alcune statue-stele si usasse il colore, dal momento che questo è riscontrabile nelle statue-stele del Portogallo, di Aosta, di Sion e del sud della Francia.

       Le statue-stele erano prodotte da artigiani dediti solo a tempo parziale a questa attività. Sono, forse, contadini-artigiani oppure pastori-artigiani. E’ ipotizzabile che una statua-stele fosse prodotta in una settimana, lavorandoci almeno due persone aiutate, forse, per il trasporto, da un animale. In una settimana, dunque, il materiale era prelevato, trasportato, lavorato e la statua-stele era eretta.



[1]Circa le tecniche di costruzione si vedano: ANATI E., Le statue-stele della Lunigiana: i testimoni dell’ultima rivoluzione culturale della preistoria, Jaka Book, 1981, p.7, p.10, p.30, p.34, p.38; MANNONI T., Materiali e tecniche di lavorazione, in Antenati di pietra. Statue-stele della Lunigiana e archeologia del territorio, 1994, pp.61-67; GIANNICHEDDA E., Il contesto in cui si attuava la produzione, in Antenati di pietra. Statue-stele della Lunigiana e archeologia del territorio, 1994, p. 118, p.124.

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